Regione Lombardia, con le recenti linee guida per la costituzione dei sistemi museali, offre una straordinaria occasione di sviluppo culturale e turistico per le realtà locali. Bergamo, con il suo ruolo di Capitale della Cultura 2023, può e deve cogliere questa opportunità ispirandosi a modelli di successo già affermati in Italia, come la Fondazione Musei Senesi in Toscana e i Poli Museali Regionali in Emilia-Romagna, che dimostrano come una gestione integrata dei musei possa trasformarsi in un motore di coesione sociale, valorizzazione del territorio e crescita turistica.

Il valore aggiunto delle reti culturali: Fondazione Musei Senesi e altri modelli

La Fondazione Musei Senesi, che unisce e promuove oltre 40 musei in provincia di Siena, è un esempio virtuoso di come i sistemi museali possano creare sinergie per migliorare i servizi al pubblico, valorizzare le specificità locali e facilitare la visibilità anche dei piccoli musei. Attraverso campagne di comunicazione unificate, percorsi educativi e una gestione centralizzata delle risorse, la rete toscana ha reso fruibile un “museo diffuso” che attrae turisti e favorisce l’economia locale. Un sistema simile a Bergamo permetterebbe di valorizzare il patrimonio culturale cittadino e delle aree vallari, garantendo un’esperienza integrata per visitatori e residenti.

I vantaggi per Bergamo e provincia

Creare un sistema museale integrato porterebbe numerosi vantaggi. Primo fra tutti, l’effetto moltiplicatore della rete culturale, che rende più accessibili e sostenibili servizi come marketing, comunicazione e consulenze specialistiche. Inoltre, con un sistema integrato, i piccoli musei supererebbero i limiti legati alle loro dimensioni, diventando parte di un circuito di visita più ampio e attrattivo. Attraverso campagne coordinate, percorsi tematici e iniziative comuni, i musei potrebbero raggiungere un pubblico più vasto, aumentando l’interesse turistico per l’intera area.

Un ente coordinatore, come inizialmente la Provincia, potrebbe gestire il sistema in modo da facilitare economie di scala e ottimizzare risorse condivise. Ciò aprirebbe l’accesso a bandi e fondi per progetti comuni, supportando anche attività educative e sociali.

Un sistema per combattere lo spopolamento e favorire l’impresa culturale

Le reti culturali hanno un valore aggiunto anche per le comunità locali. Nei territori vallari, i musei possono fungere da centri di aggregazione per gli anziani e supportare il turismo culturale, offrendo iniziative che combattono lo spopolamento e portano nuova vitalità. Nelle aree di pianura, un sistema museale favorirebbe la nascita di nuove imprese culturali, attirando giovani e professionisti del settore che contribuiscano a creare un ecosistema culturale innovativo e sostenibile.

Una governance autonoma per un sistema culturale di qualità

Nel lungo periodo, un sistema museale autonomo rappresenterebbe una risorsa strategica per Bergamo, fungendo da ente di riferimento per la promozione culturale e l’innovazione. Una governance dedicata garantirebbe la qualità e la sostenibilità delle attività, creando un legame più forte con i sistemi turistici e gli enti locali. Un tale approccio permetterebbe a Bergamo di consolidare il suo ruolo di Capitale della Cultura, trasformando la cultura in una leva di sviluppo economico e sociale per l’intero territorio.

Conclusione: un treno che Bergamo non può perdere

Le esperienze italiane dimostrano che i sistemi museali integrati rappresentano una risorsa fondamentale per la promozione del patrimonio culturale. Bergamo ha ora l’opportunità di adottare questo modello e diventare un esempio nazionale di sistema museale diffuso e inclusivo, capace di rafforzare l’identità locale

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